giovedì 28 maggio 2015

Guai ai gay che si baciano in pubblico



Al Mattino pubblicano un articolo di due ragazze che si baciano in un parco per bambini e che vengono cacciate da dei poliziotti. La notizia potrebbe essere vera o falsa, non importa, perché la cosa peggiore sono i commenti al riguardo.
Buona parte delle persone, o almeno quelle i cui commenti avevano più voti hanno dato ragione ai poliziotti e la cosa mi ha sconcertato abbastanza.
Quali sono le basi delle polemiche?
Frasi del tipo "Io non ho niente contro i gay, ma queste cose le devono fare a casa loro".
Ma certo.
Si sa che nel mondo tutti le coppie che hanno intenzione di baciarsi, armati di tanto decoro e vergogna, corrono a casa al solo scopo di baciarsi tra le mura domestiche.
Ovvio. Quale etero a questo mondo osa mai baciarsi in pubblico?
Nessuno.
Vi è mai capitato di vedere coppie baciarsi ed essere quasi sul punto di fare sesso sulle panchine dei parchi o della lungo mare?
La risposta deve essere per forza "no", perché secondo la geniale logica di queste persone  nessuno si permetterebbe mai di effusioni in pubblico.
O peggio, loro credono che solo agli etero spetti in tale diritto.
"Non ho nulla contro i gay, ma queste cose non le voglio vedere per strada".
Perché i gay sono contro natura, perché queste povere persone caste e buone si ritrovano a rabbrividire di fronte ad una tale espressione di disgusto. Un bacio! Ah, che cosa ripugnante deve essere, poveri martiri!
O vogliamo parlare di uno dei commenti che ha avuto più successo, qualcosa del tipo "Io non sopporto questo loro modo di fare, come se ci volessero provocare per forza".
Quindi quando due semplici ragazze scendono per strada e vanno al parco per passare una giornata come una coppia normale, il loro unico scopo è ovviamente quello di provocarvi, vero?
Perché non è possibile pensare che siano persone normalissime che fanno quello che fa la gente normale, con l'unica differenza che se fatto da loro debba essere necessariamente additato e messo sotto i riflettori.
E pure che volessero provocare, ne hanno tutti i diritti, se qualcuno decidesse di discriminarmi in questo modo sarei la prima a fare delle sommosse e a voler avere i miei cazzo di diritti.
Voglio precisare: sono etero, questi problemi non mi toccano in prima persona, ma ho la decenza di calarmi in quello che succede agli altri.

Detto questo vi saluto e vi auguro buona serata.
L'incazzata

2 commenti:

  1. Ciao Nana,

    anche stavolta hai colto un punto cruciale. La gente viaggia per luoghi comuni e si nasconde dietro un presunto perbenismo che non ha proprio senso.
    Se posso dire la mia, però, c'è lo zampino anche della stampa. Non voglio urlare al complotto, per carità. Ma in molti casi, in nome del bite clicking e della polemica ad ogni costo, le testate giornalistiche usano titoli volutamente provocatori. Noi che siamo aspiranti scrittrici conosciamo il valore delle parole, perciò è chiaro che la scelta di sottolineare "parco dei bimbi", e non limitarsi a definirlo semplicemente "parco" sia studiata. Perché pare che si voglia sottolineare l'indecenza del gesto. Indecenza che esiste solo negli occhi di chi guarda.

    Manco 'ste due avessero fatto un porno soft sullo scivolo ( e chissà a quanti perbenisti sarebbe davvero dispiaciuto vederlo). È vergognosa la chiusura mentale che c'è in giro.

    Hai fatto proprio bene a parlarne!

    Alla prossima,

    Ross.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda è vero che la stampa è sempre di parte o comunque riesce a modificare un po' i titoli, ma in questo caso quello che mi ha sconvolto sono stati i commenti. Perché nell'articolo stesso veniva detto come ci erano rimaste male molte persone, diciamo che non voleva essere un articolo contro la coppia gay. I commenti invece erano molto pesanti e mi aspettavo anzi di vederli difendere di più, invece per loro è scontato che i gay queste cose devono farle a casa loro, concetto che purtroppo è molto diffuso!
      Grazie per il commento e alla prossima =)

      Elimina